Il plurale dei nomi in -cia e -gia

Nell'ortografia della lingua italiana, quando si scrive il plurale di nomi o aggettivi che al singolare femminile terminano in -cia e -gia, bisogna tenere conto di tre semplici regole:

1. se la -i è tonica (accentata), come in farmacia o magia, dovrà essere scritta anche al plurale: farmacie, magie;

2. se la -i è atona (non accentata, con esclusivo valore diacritico. Serve, cioè, solamente a indicare che le precedenti -c e -g non vanno lette /k/ e /g/ rispettivamente, ma // e // come, per esempio, per differenziarle in panca /panka/ e pancia /pantʃa/ o riga /riga/ e valigia /va'lidʒa/) si hanno due varianti:

2.1 se -cia e -gia sono precedute da una vocale (a, e, i, o, u), allora al plurale si mantiene la -i, anche se inutile dal punto di vista fonetico come in ciliegiaciliegie, malvagiamalvagie, camiciacamicie (1), etc...

2.2 se -cia e -gia sono precedute da una consonante (c, g, l, n, r, s), allora al plurale la -i in funzione di diacritico scompare come in aranciaarance, facciafacce, massicciamassicce, etc...

Da segnalare che oggi vi sono tre forme che contraddicono queste regole, ma che vengono, comunque, riportate come accettabili dai dizionari. Per cui al plurale abbiamo due varianti, quella regolare e quella irregolare:

regolare irregolare
provincia → province provincie
ciliegia → ciliegie ciliege
valigia → valigie valige

————— NOTE —————
(1) Il plurale camicie non deve essere confuso con il singolare camice, che ha un significato diverso.